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Archivio di Stato di Modena

IV centenario della nascita di Francesco I d'Este

Nel  2010 ricorre il quarto centenario della nascita di Francesco I d'Este,  nato a Modena, primo della sua casata, il 6 di settembre, nel vecchio castello.

Figlio di Alfonso III e di Isabella di Savoia, pronipote per linea femminile di Filippo II di Spagna, Francesco I fu personalità di rilievo internazionale e il periodo del suo governo, 1629 -1658, vide l'inserimento di Modena nel grande circuito delle corti e delle capitali europee.

Dopo aver compiuto il noviziato delle armi andando alla guerra di Fiandra, che,  nel corso del 1628, lo aveva portato a girare a lungo per l'Europa, percorrendo la Francia, i Paesi Bassi e la Germania, ad  appena diciannove anni, nel luglio del 1629, a seguito della abdicazione del padre  Alfonso IV d'Este, ritiratosi in convento, Francesco I divenne duca di Modena e Reggio. Ereditava una situazione delicatissima, in un quadro politico generale drammatico in tutta Europa, essendo in pieno svolgimento la guerra dei Trent'anni, le cui propaggini italiane arrivavano a lambire i confini dello Stato estense. Nello scontro in atto  tra Francia e Spagna, a Francesco, come agli altri principi italiani, restava l'opzione più difficile da gestire: cercare di sopravvivere stretto da due grandi potenze e la loro influenza in Italia, schierandosi di volta in volta con la più vicina, ma non precludendosi un ambiguo gioco con la controparte. Tattica minima e non priva di rischi che Francesco attuò, forte dell'alta coscienza di sé e del proprio casato. Nei primi dieci anni di governo gravitare entro l'orbita di Madrid fu quasi una necessità per il duca estense, che tuttavia cercò di far pesare opportunamente i propri segnalati favori o anche solo la sua neutralità. Nel 1638 si recò personalmente alla corte di Madrid. Ne ricavò grandi soddisfazioni personali: il titolo regale, quello di ammiraglio dell'Atlantico con relativo appannaggio, svariate pensioni e incarichi militari per i suoi famigliari. Nel 1641 fu uno dei protagonisti della guerra di Castro, che opponeva il Duca di Parma al Papa, non esitando ad entrare in una lega con Firenze e Venezia e ad esporsi militarmente muovendo contro il Papa, nell'idea di acquistare benemerenze internazionali da far pesare in vista di un possibile rientro nel possesso dei territori ferraresi. Ma la pace di Ferrara, nel 1644, si concluse con  nulla di più di una generica buona disposizione da parte di Spagna ed Impero a riesaminare la questione. La novità grossa fu però costituita dalla Francia, insinuatesi abilmente nelle cose italiane e divenuta garante degli accordi. Data da allora l'operazione di avvicinamento diplomatico alla Francia, che sarà lunga, mercanteggiata , non priva di esitazioni e doppi giochi sino alla fine. Nel 1647 Parigi e Modena stipularono un'alleanza militare anti-spagnola. In virtù di essa Francesco si poneva al comando di un'armata forte di ottomila fanti e quattromila cavalieri, per metà francesi, e muoveva guerra al più importante dominio spagnolo in Italia, lo Stato di Milano. Ma la campagna franco-modenese del 1647-48, partita a stagione troppo inoltrata, dopo un avvio spedito si arenò nelle piogge autunnali. Dopo le paci di Westfalia , che segnarono la fine della guerra dei trent'anni, ma non la fine del conflitto tra Francia e Spagna, in Italia ripresero le ostilità e Francesco dovette inevitabilmente barcamenarsi tra le due potenze. Nel 1649, riavvicinatosi alla Spagna, ottenne il passaggio agli Estensi del Principato di Correggio, ma nel 1651, proponendo una lega tra gli Stati italiani, chiese nuovi favori alla corte di Madrid, ottenendone un duro rifiuto: la Spagna trovava certo stupefacente che colui che  aveva osato muovere un attacco ai domini italiani della corona inoltrasse ancora delle richieste. Frattanto, parallela alla politica ufficiale, si dipanava quella matrimoniale. Francesco, rimasto vedovo nel 1646 di Maria Farnese e poi della cognata Vittoria Farnese, sposata nel 1648 e morta di parto l'anno seguente, aveva dal 1653 intavolato trattative con i Barberini, i nemici di sempre. Soppesando le opportunità offertagli da Chiesa, Spagna e Francia aveva infatti convenuto di appoggiarsi al Papa e nel 1654 sposava Lucrezia Barberini, pronipote di papa Urbano VIII, imparentandosi con una delle famiglie più importanti nei conclavi papali e riuscendo nel contempo ad ottenere una forte dote in contanti. L'anno successivo arrivava a Modena Laura Martinozzi, nipote del cardinal Mazzarino e sposa del primogenito ed erede del ducato Alfonso d'Este. Ad accoglierla mancava il duca, impegnato in una nuova campagna militare che lo vedeva operare, ormai passato decisamente dalla parte francese, tra Lombardia e Piemonte, e le truppe francesi che scortavano la sposa furono immediatamente dirottate a rafforzare l'offensiva. Nel 1656 Francesco I fu in visita ufficiale a Parigi, con un seguito sfarzoso e costosi doni per gli ospiti. Di lì a poco venne nominato da  Luigi XIV generalissimo delle truppe francesi in Italia. Nell'estate del 1658, varcato il Ticino, pose l'assedio a Trino e Mortara e da lì organizzò scorrerie sino a Milano, ma , contratta la malaria, morì a Santhià, presso Vercelli, il 14 ottobre, a 48 anni appena compiuti.

Parallelamente a questa intensa attività politico, diplomatica e militare, Francesco I svolse un'altrettanta intensa attività di committente d'arte, a partire dalla ristrutturazione edilizia di Modena, con l'obiettivo di farne una vera città capitale, degna residenza di una grande casata principesca, di altissimo lignaggio europeo, quale considerava la casa d'Este. In quest'ottica si collocò la realizzazione del nuovo palazzo ducale, in cui inglobare il vecchio castello trasformandolo in una dimora regale. Nel 1631 venne incaricato  l'architetto Rainaldi, l'anno successivo arrivò da Roma l'architetto Luigi Bartolomeo Avanzino, nominato architetto ducale, a cui nel 1634 venne affidato anche l'incarico di trasformare il castello di Sassuolo in una sfarzosa residenza estiva. Sempre nell'ottica di dare a  Modena una dimensione ducale nel 1635 diede inizio alla costruzione della Cittadella, fortezza che andava a completare la cinta muraria. Altrettanto rilevante l'interesse di Francesco verso le arti figurative. Anzitutto in Palazzo Ducale vennero predisposte quattro camere da parata,  susseguenti l'una all'altra in cui sistemare il patrimonio artistico portato da Ferrara e poi dare spazio alle nuove committenze artistiche. Ma fu dopo il viaggio in Spagna del 1638 che la Galleria, di cui Francesco è a buon diritto considerato il fondatore, assunse respiro internazionale. Risale a quel viaggio il ritratto del duca ad opera del Velasquez, ma soprattutto, introdotto con l'occasione madrilena in un mercato d'arte internazionale, da quel momento Francesco moltiplicò le disposizioni ai suoi agenti per acquisti dei più diversi generi artistici, dagli arazzi ai vasi, agli argenti e , naturalmente, ai quadri. Grazie all'opera di costoro, documentata da carteggi fittissimi, e al gusto e interesse di Francesco, che per questa passione prodigò somme ingenti inferiori solo a quelle impiegate nelle campagne militari, la Galleria Estense ebbe giustamente la fama di essere, per tutto il secolo, la più importante in Italia.

Emerge chiaramente da questa breve sintesi del profilo curato da Marina Romanello per il Dizionario Biografico degli Italiani, che  Francesco I fu personalità di interesse anche internazionale e che il periodo del suo governo proiettò  Modena nel grande circuito delle corti e delle capitali europee.

Ciò nonostante sia il personaggio Francesco I , sia la Modena barocca, sia lo Stato estense seicentesco  non hanno goduto finora di adeguato interesse storiografico.

Ben venga allora il centenario della nascita del duca per richiamare l'attenzione e favorire nuovi studi su un periodo storico così importante ed interessante per la nostra città , perchè non sempre i centenari producono solo studi celebrativi e di occasione: vi sono casi felici in cui convegni, seminari, edizioni di fonti spingono gli studiosi ad indagare figure ed eventi di provato interesse storico a volte a torto trascurati, tanto da generare svolte interpretative anche consistenti.

Il centenario diventa così l'occasione per riprendere gli studi iniziati nel 1998, in occasione del IV centenario di "Modena capitale", per approfondire le tematiche allora avviate e vedere Modena nel suo essere una delle capitali europee del secolo XVII.

Molti sono i temi da studiare.

Il ridisegno urbanistico della città per conferirle l'aspetto di capitale barocca. I due grandi palazzi ducali, quello di città e la residenza estiva di Sassuolo. La grande opera militare, la cittadella, testimonianza di sviluppata conoscenza di architettura militare. L'edilizia religiosa, che vive un momento di particolare fervore, nuove chiese vengono edificate, molte delle già esistenti vengono radicalmente modificate secondo il gusto barocco. L'edilizia civile, le dimore nobiliari che in quegli anni vengono costruite o abbellite. L'intervento della comunità per rendere più decorose ed abbellire le strade.

La vita culturale e scientifica del ducato. I personaggi di rilievo che nel XVII vivono ed operano a Modena o da Modena vanno per il mondo: Alessandro Tassoni, Fulvio Testi, Lodovico Vedriani, Gaspare Vigarani, Guarino Guarini , Raimondo Montecuccoli, Bellerofonte Castaldi.

La vita religiosa, l'Inquisizione, i nuovi monasteri, il rapporto con gli ebrei e l'istituzione del Ghetto di Modena nel 1631.

La corte, anzi le corti estensi. La loro organizzazione, i costi, l'indotto sul territorio modenese, lo sviluppo delle manifatture artigiane al servizio del lusso e dello sfarzo. I pittori illustri che gravitano intorno alle corti, dal Guercino a Justus Susterman, a Jean Boulanger. Le committenze artistiche e l'ampliamento della quadreria estense, che vive il momento del suo massimo fulgore. Il collezionismo artistico. Teatro e spettacoli. La cappella musicale che vive un periodo di continuo ampliamento e di crescita qualitativa, grazie alla presenza negli anni, tra i musicisti stabilmente assunti a servizio, di Giovan Battista e Ludovico Colombi,  Marco Uccellini , Martio Erculei e Giovan Battista Crivelli

La corte come forma di governo, come centro in cui si confrontano e si stemperano i diversi interessi sociali. La corte come luogo in cui si definisce il rapporto tra stato mediato e stato immediato, tra feudatari e duca. La delega come forma di governo. L'organizzazione dello stato immediato, la struttura amministrativa, il rapporto con le comunità.

Le relazioni diplomatiche, i rapporti con le grandi corti europee: Madrid , Parigi, Vienna. Sullo sfondo la guerra dei Trent'anni, la devastazione del territorio e l'arte militare. La rappresentazione grafica degli eserciti e delle battaglie, lo studio architettonico delle fortificazioni. I costi e i guadagni della guerra.

Infine il personaggio, Francesco I, di cui manca una vera biografia.

Per affrontare tutto questo, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Emilia Romagna, cui fanno capo gli istituti eredi e custodi del patrimonio artistico e culturale estense - l' Archivio di Stato di Modena, che conserva l'Archivio Segreto Estense e tutti gli archivi ducali, la Biblioteca Estense-Universitaria e la Soprintendenza per i Beni Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, alla quale afferiscono la Galleria e Medagliere Estense e il Palazzo ducale di Sassuolo- ha deciso di promuovere una serie di manifestazioni che si svilupperanno nell'arco dei prossimi tre anni, suddividendo in tre grandi filoni l'ambito delle ricerche: artistico- architettonico, letterario- musicale, politico-economico-sociale. Ad ognuno di essi verrà dedicato un convegno, una serie di conferenze e un ciclo di lezioni rivolte alle scuole. Nell'anno dedicato alla musica, il 2012, anche il Festival Grandezze e Meraviglie parteciperà alle celebrazioni, dedicando il suo programma alla musica del periodo di Francesco I.

A concludere il tutto, nel 2013, una grande mostra che ridarà vita e riporterà a Modena quella che fu, nel XVII secolo, la più importante galleria d'arte d'Italia.

Euride Fregni

(pubblicato su Grandezze & meraviglie. XIII Festival musicale estense 2010. Modena, Villa Sorra, Sassuolo, Mirandola, Vignola. 17 settembre-28 novembre, Associazione musicale estense per la diffusione della musica antica, R.E.M.A. - Reseau Européen de Musique Ancienne, catalogo a cura di Enrico Bellei, Modena 2010, pp. 22-25)

 

Nel ciclo di convegni dedicati a Francesco I un preciso spazio sarà dedicato alla produzione musicale del periodo. Tra i compositori modenesi più interessanti, le cui musiche continuano ancor oggi ad ottenere apprezzamenti, è anche Bellerofonte Castaldi (Modena, ca.1581 - Modena, 27.09.1649), virtuoso di tiorba, eclettico artista e viaggiatore avventuroso.

Clip (You Tube): "Capriccio svegliatoio" di Bellerofonte Castaldi, esecuzione di Béatrice Pornon e Laurence Postigo, 25 gennaio 2008, Francia, Tolosa, Chapelle des Carmélites.  

 



Ultimo aggiornamento: 28/09/2023