L’Archivio di Stato di Modena conserva un patrimonio documentario di straordinario rilievo, costituito complessivamente da 452 fondi, per un totale di circa 30 chilometri, suddivisi in 94 locali di deposito all'interno di un edificio di 8500 mq elevato su sette livelli. Questo imponente patrimonio comprende in primo luogo l’Archivio Estense, articolato nei fondi di Casa e Stato e della Cancelleria, che costituiscono l’Archivio segreto estense, e negli archivi camerali. Gli Estensi, duchi dal 1452 per nomina imperiale, ressero Modena e gli altri domini dal Duecento fino al 1859. Con la cosiddetta “Devoluzione di Ferrara” alla Santa Sede (1598), i duchi d’Este persero la loro antica capitale ma conservarono la sovranità su Modena, Reggio e la Garfagnana, acquistando in seguito anche Massa e Carrara. Persa Ferrara, gli Estensi trasferirono la capitale dei propri Stati a Modena, ove conservarono tradizioni politico-dinastiche, istituzionali ed amministrative consolidate da tempo. Con il passaggio della corte estense a Modena, fu trasferito nella nuova capitale anche l’antico archivio ducale, custode dei diritti giurisdizionali e patrimoniali del casato. L’Archivio Estense si ampliò notevolmente nei secoli seguenti, fino alla caduta dell’Antico regime e alla dominazione napoleonica. L’età della Restaurazione vide l’ascesa della Casa d’Austria-Este, nata a dall’unione matrimoniale di Maria Beatrice Ricciarda d’Este con l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Lorena (1771). I fondi archivistici di Casa d'Este trovarono così una diretta e naturale prosecuzione nei complessi documentari prodotti dal governo austro-estense nel corso dell’Ottocento. La singolare continuità dinastica, politica ed istituzionale dei domini estensi, che si riflette puntualmente nelle carte d’archivio, ha favorito la sedimentazione, nel corso dei secoli, di complessi archivistici che documentano oltre mille anni di storia, dall'alto medioevo all'Unità d'Italia. Una storia non solo italiana ma europea, in virtù delle importanti relazioni politico-diplomatiche che la Casa d’Este intrattenne per secoli con le maggiori casate regnanti d’Europa.
Oltre agli archivi statali preunitari, l’Archivio di Stato di Modena conserva archivi dello Stato unitario non più utili ai fini amministrativi, versati dalle amministrazioni statali in ottemperanza agli obblighi di legge (art. 41 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42). Se l’Archivio estense può considerarsi infatti il nucleo costitutivo dell’Archivio di Stato di Modena, l'altro complesso fondamentale è costituito dalle carte prodotte dagli organi periferici dello Stato italiano (Prefettura, Questura, Tribunale, catasti, archivi notarili, etc.) non più necessarie alle esigenze ordinarie del servizio. Gli archivi degli uffici periferici dello Stato italiano coprono un arco cronologico compreso tra l’Unità d'Italia e i primi anni Duemila.
L’Archivio di Stato di Modena conserva inoltre, analogamente agli altri istituti statali di conservazioni, i fondi delle corporazioni religiose soppresse, abolite primariamente in età napoleonica. Ancora sotto l’Antico regime era stato abolito il Tribunale dell’Inquisizione di Modena, il cui archivio, secondo per importanza solo a quello di Venezia, riveste oggi uno straordinario interesse storico tra i complessi documentari dell’Archivio di Stato. Gli archivi degli organi di governo napoleonici (in carica a Modena dal 1796 al 1814) costituiscono poi un altro significativo nucleo del patrimonio archivistico. Nel corso del tempo, inoltre, sono pervenuti all’Istituto gli archivi di importanti famiglie modenesi esponenti del patriziato cittadino.
L’Archivio di Stato di Modena venne istituito dopo l’Unità d’Italia, ma il processo di concentrazione dei fondi archivistici statali in un unico istituto archivistico iniziò già in epoca preunitaria, con la creazione dell’Archivio generale di deposito da parte del duca Francesco V d’Austria-Este (1849). L’Archivio governativo venne ampliandosi significativamente dopo l’Unità, quando le autorità del neonato Regno d’Italia decisero di trasferirvi il Reale archivio segreto della Casa d’Este, noto anche come Archivio palatino a motivo della sua tradizionale ubicazione presso il palazzo ducale, ove avevano sede anche la Biblioteca estense e la Galleria estense. L'Archivio segreto estense era rimasto presso la residenza ducale anche dopo la partenza di Francesco V nel giugno 1859 (il duca aveva comunque portato con sé a Vienna importanti documenti d'archivio, parzialmente restituiti dall'Austria nel 1921), ma già nel 1860 era stato esaminato dallo stesso Francesco Bonaini, durante la sua ricognizione degli archivi emiliani da cui scaturì la nota relazione1. Nella ex capitale estense il Bonaini, incaricato di costituire un “archivio centrale sulle norme del Fiorentino”, individuò almeno 13 complessi archivistici “governativi”, il più importante dei quali era l’Archivio palatino. Il trasferimento dell'Archivio segreto estense dal Palazzo ducale all’Archivio governativo avvenne nel 1862 e sancì di fatto la nascita dell’Archivio di Stato di Modena, istituito a partire dal 1874 (r. d. 5 marzo 1874 n. 1852 e r. d. 27 maggio 1875 n. 2552).
Il vasto patrimonio archivistico mantenne inizialmente la distinzione tra una sezione diplomatica, concernente l’Archivio segreto estense, e una sezione "di deposito" comprendente gli altri fondi statali. La sezione diplomatica, divenuta "storica", venne acquisendo la quasi totalità dei complessi archivistici di Antico regime (ad eccezione degli archivi giudiziari, pervenuti in seguito), mentre alla sezione di deposito, denominata "moderna", furono aggregati i fondi napoleonici e quelli austro-estensi. La suddivisione in sezioni, però, venne ben presto meno, in quanto i primi significativi versamenti da parte delle amministrazioni statali e le modifiche del quadro normativo ed istituzionale apportarono mutamenti, talora radicali, allo schema generale di classificazione.
1F. BONAINI, Gli archivi delle provincie dell’Emilia e le loro condizioni al finire del 1800. Studi del prof. Francesco Bonaini, Firenze, Cellini, 1861.
Il patrimonio descritto nelle edizioni a stampa
- Filippo Valenti, "Panorama dell'Archivio di Stato di Modena", Modena 1963
- "Archivio Segreto Estense, sezione Casa e Stato", inventario a cura di Filippo Valenti, Roma 1953
- Umberto Dallari, "Inventario sommario dei documenti della Cancelleria ducale estense (sezione generale) nel R. Archivio di Stato di Modena", Modena 1927 (pdf)
- Giuseppe Trenti, "I processi del tribunale dell'Inquisizione di Modena", inventario generale analitico 1489- 1784, Modena 2003
- Giuseppe Trenti, "Uomini e terre nelle pergamene del Monastero di S. Pietro. Atti privati relativi a proprietà fondiarie, secc. XI- XIII", indice- regesto, Vignola 2004
- "Mostre documentarie in Archivio", catalogo della Mostra "Gli anni del Perdono" e altri contributi, Modena 2001